L’eroina di Monticchiello

1967

 

Le immagini dello spettacolo “L’eroina di Monticchiello”

l Vicerè di Napoli, si accamparono d’intorno a Monticchiello e vi messero tre campi: dalla banda verso Pienza li Spagnoli, verso Montepulciano li Tedeschi, verso la Paglia gl’Italiani; e piantò pezzi diciotto d’artiglieria, infra grossi e mezzani” (Sozzini – “Diario senese” pagg. 100 – 105). Lo stesso giorno giunge a Monticchiello il Gonfaloniere di Siena per organizzare la difesa ed affida i pieni poteri a Piero Mangiavacchi. Poco dopo arriva anche un messo spagnolo inviato dal Vitelli – a chiedere la resa – “Gli fu risposto che se lui voleva la terra se la pigliasse perché vedeva dove l’era” (Sozzini – “Diario senese” pagg. 100 – 105). Intanto Gianni Allegri, fuoruscito fiorentino e innamorato di Maria, figlia di Piero, entra dal passaggio segreto, aiutato da Vittoria, governante di casa Mangiavacchi. Santi, marito di Vittoria, lo scopre e Bronzone, scudiero di Piero, lo disarma.

In uno scontro col nemico Piero è colpito a morte: Gianni si merita la sua fiducia catturando una colubrina nemica… e per desiderio del morente un frate unisce in matrimonio Maria e Gianni. Seguono momenti di smarrimento poiché Santi esorta alla resa, ma Maria, decisa, riporta la fiducia ed il popolo la acclama suo comandante.

Uno spagnolo, lo stesso che fu inviato dal Vitelli a chiedere la resa e ora fatto prigioniero, rivela a Maria che il passaggio segreto è stato scoperto: i nemici hanno minato il Cassero e la polveriera. Maria, invano trattenuta da Vittoria e dall’amica Laura, decide il sacrificio supremo: farà saltare il passaggio segreto… Gianni corre a fermarla, ma troppo tardi: al popolo costernato egli mostra allora il corpo senza vita dell’eroina, bandiera della sua libertà.

E il popolo riprende coraggio e tutti si battono da eroi tanto che gli assalitori rimasero sbigottiti da tanto valore…(Ammirato “Istorie fiorentine” vol. III pag. 207) “…poiché quei di Monticchiello… fecero tal prova di loro, che i morti meritano buona fama e i vivi honorati premi… (Jacopo Fusti Castriotto – anno 1553 – da una “lettera sulle difese militari”).

 

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