LUMI E FÒLE, un ballo tra due tempi.
La modernità, nell’Italia contadina del secolo scorso, si presentò spesso in punta di piedi, entrando nei poderi attraverso un semplice filo elettrico. Ammiccò nel momento in cui qualcuno avvitò la prima lampadina, sorrise a tutti nell’attimo esatto in cui l’interruttore fece clic. E fu la luce, dopo molta notte. Ne vennero innumerevoli cambiamenti, certo. Sarebbe però un errore non vedere che quel passato, a sua volta, di fili ne ha poi irradiati anch’esso moltissimi nel tempo futuro: quelle notti senza elettricità erano infatti popolate di riti e superstizioni, sogni e paure, magie e leggende, livori arcani e premonizioni… E molto di tutto ciò, a ben vedere, ce lo portiamo dietro e dentro tutt’oggi. Perché l’uomo è così, in fondo: un punto luminoso all’incrocio tra il fuoco di una candela e la scintilla elettrica di una lampadina.
GLI SPETTACOLI INVERNALI DEL TPM
Il Teatro Povero è conosciuto soprattutto per la particolarità dei suoi spettacoli estivi. È il cosiddetto ‘autodramma’ «ideato, scritto e realizzato» dalla gente del borgo e dalla compagnia, in scena tra luglio e agosto su una delle piazze del paese.
Ancora piú antica di quella estiva, però, è la tradizione degli spettacoli invernali: datata 1965, con opere a volte di repertorio e a volte scritte per l’occasione, la compagnia offre cosí al suo pubblico un regalo di Natale ed augura buone feste. Oltre a prendersi la possibilità di cesellare e sperimentare, nonché di riappropriarsi di una dimensione piú intima e leggera del fare teatro.